Talète, filosofo greco.
Nato a Mileto, Grecia, nel 624 a.C. e morto nel 546 a.C. circa.
Poiché le testimonianze antiche attribuiscono a Talete al vertice della maturità la
predizione di un'eclisse, che si presume debba essere quella del 585 a.C., la vita di
Talete dovette svolgersi dal 624 a.C. circa al 546 circa, se è vero che il filosofo morì
a 78 anni.
Della sua fama è una riprova il fatto che il suo nome compaia fra quelli dei Sette
sapienti fin dagli elenchi più antichi. Aristotele lo chiama "fisiologo" e
"filosofo", in quanto indagatore della natura (physis) e primo
consapevole ricercatore del principio di tutte le cose. Sempre secondo Aristotele, Talete
sosteneva che l'acqua, o "l'umido", è la sostanza primordiale, richiamandosi al
mito di Oceano e Teti, ad antiche credenze egizie e anche a osservazioni empiriche (il
nutrimento di tutte le cose è umido, ogni germe ha natura umida e "perfino il caldo
si genera dall'acqua e si nutre di essa"). La scoperta della forza magnetica presente
in alcuni minerali di ferro della Lidia avrebbe confermato Talete nell'intuizione che la
natura è animata e vivente ("tutto è pieno di dei"). La tradizione attribuisce
a Talete, che avrebbe trasportato in Grecia il patrimonio di conoscenze accumulato dai
Mesopotamici e dagli Egiziani, vaste conoscenze anche nel campo dell'astronomia e della
geometria. In particolare egli avrebbe risolto il problema dell'iscrizione del triangolo
in una circonferenza, scoperto il metodo per determinare l'altezza di una piramide
partendo dalla misura della sua ombra e quello per calcolare la distanza di una nave dalla
costa, individuato alcune fondamentali relazioni fra gli angoli. L'entità dei suoi
apporti in questo campo resta peraltro molto incerta e gli storici della matematica antica
concordano nell'affermare che in ogni caso il teorema che va sotto il nome di Talete è
stato correttamente formulato e dimostrato almeno un secolo dopo la sua morte.
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Data ultima modifica venerdì 23 marzo 2001 19.44.58