Richard Wagner, compositore e drammaturgo tedesco.
Nato a Lipsia nel 1813 e morto a Venezia nel 1883.
Rimasto orfano di padre a soli sei mesi, fu educato dal patrigno, l'attore e pittore
Ludwig Geyer. Già allievo della Kreuzschule di Dresda, intraprese nel 1827 a Lipsia,
contemporaneamente a studi di filosofia all'università, quelli di armonia e contrappunto,
con Christian Theodor Weinlig, Cantor della Thomasschule. A quest'epoca risalgono
le sue prime composizioni, brani per pianoforte, pezzi sinfonici, sette Lieder per
il Faust di Goethe, e due opere, Le nozze (incompiuta) e Le fate,
dalla Donna serpente di C. Gozzi, rappresentata postuma nel 1888. Ottenuto
l'incarico di maestro del coro e di ripetitore al pianoforte presso il teatro di Würzburg
(1833) e successivamente quello di direttore d'orchestra presso l'Opera di Magdeburgo
(1834-1836), fece rappresentare in questa città (dove aveva sposato nel 1836 la cantante
Minna Planer) una nuova opera, Il divieto d'amare o La novizia di Palermo (1836),
tratta da Misura per misura di W. Shakespeare, accolta con scarso successo. Lipsia,
Königsberg, Riga furono i centri in cui si svolse la sua attività successiva, sullo
sfondo di un'esistenza avventurosa e disordinata, ma singolarmente ricca di esperienze
culturali e stilistiche. Nel gennaio 1839, realizzando un sogno da lungo tempo
accarezzato, si recò a Parigi, passando per Londra. Assillato da problemi economici, non
riuscì, nonostante la benevola accoglienza e l'aiuto di Meyerbeer (col quale più tardi
entrò in aspra polemica), a inserirsi nell'ambiente musicale parigino: accanto a una
serie di pezzi d'occasione di scarso impegno e a saggi pubblicati sulla Gazette
musicale, attese alla composizione di due nuove opere, Rienzi e Il vascello
fantasma Lasciata Parigi nel 1841, si trasferì a Dresda dove l'anno successivo il Rienzi
ebbe trionfali accoglienze; sull'onda del successo il musicista ottenne l'incarico di
direttore dell'orchestra della corte di Dresda (1843). A questi riconoscimenti non
corrispose tuttavia un analogo apprezzamento della sua opera compositiva: sia Il
vascello fantasma (1843) sia Tannhäuser(1845), entrambe rappresentate al
Teatro di corte di Dresda, ebbero infatti contrastate accoglienze. Amico tra gli altri di
M. A. Bakunin, partecipò ai moti insurrezionali del 1848 e del 1849 e, ricercato dalla
polizia, fu costretto ad abbandonare Dresda, dove avrebbe dovuto aver luogo la prima
rappresentazione di Lohengrin, terminato nel 1847. Aiutato da Liszt, suo fervente
ammiratore, riparò in Svizzera, fissando la propria dimora a Zurigo. Qui approfondì i
fondamenti teorici della sua rivoluzionaria visione del teatro musicale con L'arte e la
rivoluzione (1849), L'opera d'arte dell'avvenire (1850), dedicata al filosofo
L. Feuerbach, Opera e dramma (1851); su consiglio di Liszt, che aveva frattanto
allestito e diretto Lohengrin a Weimar (1850), iniziò parimenti la stesura dell'Anello
del Nibelungo, che avrebbe terminato dopo oltre un ventennio. Ma le complicazioni
dovute alla violenta passione per Mathilde Wesendonk, moglie di un commerciante zurighese
che gli era stato prodigo di aiuti, lo costrinsero a lasciare la Svizzera: trasferitosi a
Venezia, lavorò alla partitura di Tristano e Isotta, che fu terminata a Lucerna
nel 1859. L'esecuzione di Tannhäuser a Parigi nel 1861 si risolse in un insuccesso
clamoroso, pur attirandogli l'interesse e le simpatie del mondo letterario, soprattutto di
Baudelaire e di T. Gautier. Sempre più pressato dalle strettezze economiche, Wagner
intraprese in quegli anni un'intensa attività concertistica come direttore d'orchestra in
numerosi centri europei, mettendo a punto nel frattempo il progetto dei Maestri cantori
di Norimberga. Nel 1864 l'invito di Luigi II di Baviera a tornare in Germania e ad
allestire a Monaco Tannhäuser, Il vascello fantasma e Tristano e Isotta lo
tolse temporaneamente da una situazione assai precaria: l'amicizia e l'ammirazione del
giovane sovrano, pur liberando il musicista dalle difficoltà finanziarie del momento, non
mancarono di suscitare a corte polemiche e gelosie, che costrinsero Wagner a tornare di
nuovo in Svizzera, dapprima a Ginevra (1866), poi a Tribschen, presso Lucerna. Qui lo
raggiunse Cosima, la figlia di Liszt e della contessa d'Agoult (dopo essersi separata dal
marito Hans von Bülow), che Wagner sposò nel 1870 e dalla quale ebbe tre figli, tra cui
Siegfried. A Tribschen Wagner terminò Sigfrido, Il crepuscolo degli dei, I
maestri cantori di Norimberga; l'amicizia con Nietzsche, destinata di lì a pochi anni
a trasformarsi in violenta polemica, fu un incentivo a una feconda attività critica, che
s'affiancò al lavoro compositivo. Trasferitosi nel 1872 a Bayreuth, si dedicò alla
realizzazione di un nuovo teatro capace di tradurre compiutamente in pratica la sua
concezione del dramma musicale: il Festspielhaus fu trionfalmente inaugurato nel 1876 con
la rappresentazione dell'intero ciclo dell'Anello dei Nibelungo. Dedicatosi alla
sua ultima fatica compositiva, Parsifal cui lavorò dal 1877 al 1882, Wagner fu
colto dalla morte nel palazzo Vendramin Calergi di Venezia un mese dopo averne ultimato la
partitura. Fu sepolto a Bayreuth nel giardino della villa che egli stesso aveva voluto
chiamare Wahnfried ("tregua al vaneggiare"): la sua tomba è un luogo di devoto
pellegrinaggio per i cultori della sua musica attirati a Bayreuth dal festival annuale,
attualmente diretto dal nipote Wolfgang. Oltre alle già citate opere teatrali
appartengono alla produzione di Wagner varie composizioni corali e sinfonico-corali,
alcune ouvertures, la Sinfonia in do (1832), Idillio di Sigfrido
(1870), cicli di Lieder, pezzi per pianoforte, musica di scena e da camera; altri
scritti teorici e autobiografici (oltre ai già citati). Un epistolario, non integrale, fu
pubblicato in diciassette volumi nel 1912.
Le prime opere di Wagner si inseriscono nella tradizione italiana, tedesca e francese del
primo Ottocento: nelle Fate scoperti sono i riferimenti a Weber e a Marschner; nel Divieto
d'amare a Bellini, nel Rienzi a Spontini e a Meyerbeer. Il vascello fantasma
è la prima compiuta rivelazione della sua personalità e contiene il nucleo di quella
che sarà la sua futura tecnica dello sviluppo dei motivi; Tannhäuser costituisce
un nuovo progresso nell'elaborazione di una rinnovata struttura drammatica, attraverso la
sostituzione dei pezzi chiusi con una più ampia unità formale, la scena; Lohengrin,
con l'ininterrotto fluire della linea melodica e la più raffinata tecnica strumentale,
che sollecita un più equilibrato rapporto tra orchestra e palcoscenico, costituisce un
preludio alla Tetralogia, nella quale prenderà forma compiuta in ogni suo aspetto
la rivoluzionaria concezione wagneriana del teatro musicale. Opponendosi all'estetica
teatrale del suo tempo, Wagner mirò a realizzare un'opera d'arte totale (Gesamtkunstwerk)
nella quale le singole arti, poesia, musica, recitazione, scenografia, rinunciassero alla
propria individualità per concorrere unitariamente a una nuova e più efficace sintesi
espressiva. Per la prima volta nella storia del teatro musicale, al creatore era conferita
la responsabilità totale del progetto drammatico, dal libretto alla musica, alla regia,
alla messa in scena. Soggetto ideale del dramma è per Wagner il mito, del quale la poesia
traduce il nucleo concettuale e la musica la violenta carica emotiva. Il canto è trattato
secondo la tecnica della "melodia infinita" caratterizzata da un ritmo
flessibile, esemplato sulla frase poetica, e da una completa libertà formale, che
prescinde sia dalla tradizionale distinzione tra recitativo, arioso e aria, sia dalle
consuete partizioni strutturali (arie, duetti, pezzi d'insieme). Abolito ogni pezzo chiuso
e ogni prevalenza del canto sull'elemento strumentale, la voce poggia su una complessa
intelaiatura orchestrale di ampio respiro sinfonico che, attraverso un piano tonale in
continuo divenire (già in Tristano e Isotta Wagner aveva posto le basi di una
radicale revisione dei tradizionali rapporti armonici), garantisce un'organica coerenza
allo svolgimento formale del dramma. Essa è accentuata dall'impiego dei Leit-motive,
temi musicali legati a un personaggio, a un'idea, ecc., utilizzati in modo da creare una
fitta trama di richiami semantici. L'orchestra di Wagner, un complesso imponente che
prevede nella Tetralogia ben 134 strumenti, mira inoltre a una sottile funzione
evocativa, affidata anzitutto alla pura suggestione del timbro. Ciò spiega la
complessità della strumentazione wagneriana, erede delle conquiste di Berlioz, che
richiede l'impiego degli archi divisi, il passaggio delle differenti sezioni di un tema a
più strumenti, l'uso melodico dei "bassi profondi" (cioè gli strumenti più
gravi dell'orchestra), nonché di strumenti sino allora poco sfruttati, quali il corno
inglese, il clarinetto basso, il controfagotto, i tromboni, o altri, introdotti da Wagner
stesso in orchestra: l'oboe contralto, la tromba bassa, la famiglia delle tube. Ad
aumentare la suggestione della musica Wagner prescrisse inoltre che l'orchestra fosse
disposta in modo da risultare invisibile agli spettatori (golfo mistico). Questi elementi
sono tipici di tutta la produzione wagneriana della maturità, dalla Tetralogia ai Maestri
cantori, a Parsifal, dove di volta in volta trovano applicazioni libere da ogni
schematismo, in funzione di originali e ben individuate esigenze espressive. L'opera di
Wagner, che costituisce la più significativa espressione del Romanticismo tedesco, si
configura come un'imponente sintesi dell'esperienza musicale di quattro secoli: da
Palestrina, il cui stile corale riecheggia in Parsifal, a Bach, la cui lezione
contrappuntistica è avvertibile nei Maestri cantori, a Mozart, per certa
raffinatezza nello strumentale, a Beethoven, per la tecnica di sviluppo dei motivi;
infine, alla già citata esperienza del melodramma romantico, nonché, in particolare,
alla tradizione dell'opéra-comique francese. Al di là degli epigoni, compositori
quali Liszt, Bruckner, H. Wolf, Mahler, R. Strauss, V. d'Indy e A. Schönberg subirono
dall'opera di Wagner un'influenza sostanziale; non meno determinante, infine, fu la
risonanza della sua lezione nella cultura europea, non solo musicale, del tardo Ottocento
e del primo Novecento.
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Data ultima modifica venerdì 23 marzo 2001 19.47.34